Il Siulp continua la battaglia contro le sperequazioni ai danni dei Funzionari della Polizia di Stato
La battaglia per eliminare le sperequazioni presenti nel D.lgs 95/2017 ai danni dei Funzionari della Polizia di Stato è ben lungi dall’essere conclusa.
Invero, anche dopo l’emanazione del decreto correttivo, che ha parzialmente recepito alcune ragguardevoli istanze a carattere economico, residua tutta una serie di penalizzazioni assai rilevanti rispetto agli omologhi dei ruoli militari.
Questo perché l’egocentrismo dipartimentale e la proditoria opera di chi lo spalleggia sul versante para sindacale, hanno permesso di perpetuare situazioni che ostacolano e pregiudicano la possibilità di portare a compimento il percorso di eliminazione delle sperequazioni presenti a livello ordinamentale, con riflessi diretti anche sul terreno retributivo e previdenziale.
Non può sfuggire ad alcuno che il problema più rilevante è legato ai percorsi di carriera, previsti dal recente riordino, che non tengono in alcun conto le diverse modalità di accesso dei funzionari rispetto agli ufficiali dei corpi di Polizia ad ordinamento militare. Giacchè è proprio sul principio di equiordinazione che il comparto poggia la sua tenuta e quindi la sua autorevolezza.
In effetti, il D.lgs 95/2017 prevede, per i funzionari della Polizia di Stato, un’anzianità di 17 anni di servizio per accedere allo scrutinio a Primo Dirigente. Tale previsione è stata voluta dall’Arma dei Carabinieri i cui ufficiali, non vengono promossi a Colonnello se non in possesso di un’anzianità di almeno 17 anni, comprensivo del periodo di accademia militare.
E’ evidente, tuttavia, che, contrariamente agli ufficiali militari che accedono all’accademia all’età di 19 anni ed a 44 anni sono già generali, i funzionari della Polizia di Stato entrano nei ruoli, nella migliore delle ipotesi, a 26/27 anni, dopo aver superato il relativo concorso che prevede il possesso della Laurea Magistrale quinquennale.
Di conseguenza, l’accesso allo scrutinio per Primo Dirigente può avvenire non prima del raggiungimento dei 43/44 anni. In tal modo la Polizia avrà Primi Dirigenti e Dirigenti Superiori (e quindi Questori) con una età anagrafica elevata con evidenti sperequazioni sotto il profilo economico e pensionistico rispetto ai colleghi dell’Arma dei Carabinieri. Sperequazioni solo parzialmente attenuate dagli emanandi correttivi.
Questo aspetto grida vendetta e risulta davvero incomprensibile e fuori luogo l’entusiasmo che alcuni manifestano, soprattutto se si tiene conto che erano tra i più fermi oppositori alla contrattualizzazione ed alla concertazione dei percorsi di carriera.
Ciò detto, il SIULP insieme al SIULP FD continueranno la loro azione finalizzata all’eliminazione di tutte le sperequazioni, convinti che, nel caso di specie, al di là del principio di equiordinazione, vi sia una priorità sulla quale non si può transigere e dalla quale non si può prescindere. Si tratta di garantire anche ai funzionari di Polizia, attesa la tarda età di ingresso, un percorso di carriera che consenta una progressione retributiva adeguata al ruolo svolto e all’esigenza di maturare un giusto e proporzionato trattamento previdenziale, come previsto per i colleghi ad ordinamenti militare, che sia proporzionato alle responsabilità ricoperte.