Consiglio di Amministrazione 2019
Riportiamo il testo della lettera inviata al Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli l’11 gennaio 2019
Egregio Sig. Capo della Polizia,
il 15 gennaio inizieranno i lavori della Commissione per la progressione in carriera di cui ali’ art. 59 del Decreto legislativo 5 ottobre 2000 n. 334, così come rimodellata dal Decreto Legislativo 5 ottobre 2018, n. 126, da Lei presieduta.
Come già rappresentato in altre occasioni l’attività della Commissione o meglio l’esito dell’attività di scrutinio che sarà espletata, è di fondamentale importanza per la categoria dei Dirigenti, in quanto la valutazione che sarà esitata inevitabilmente rappresenterà, sotto ogni aspetto e attraverso un fattore, pur se freddo e numerico, la valutazione e la considerazione che l’Amministrazione ha dell’operato del Dirigente esaminato.
E quindi, in questo numero comprensivo di decimali, ogni Dirigente vedrà rappresentata l’idea che l’Amministrazione si è fatta delle capacità, dell’impegno, del sacrificio e dei risultati raggiunti.
Non ci aspettiamo che in un breve lasso di tempo si riesca a modificare i criteri che saranno adottati dalla Commissione, anche se in verità ci piacerebbe molto, vista la palese incongruenza di quelli vigenti.
E per citarne solamente uno, ad esempio, non si comprende come si possa “confinare” il sacrificio dei Dirigenti che hanno svolto servizio in più sedi, per volontà dell’Amministrazione che li ha trasferiti d’autorità, ad una sottocategoria (la Cat V – B) formalmente denominata “attitudine ad assolvere le funzioni superiori”.
Ci si consenta di dire che i Dirigenti che hanno e continuano a sacrificare interessi personali e di famiglia e che sopportano anche non trascurabili spese legate a trasferimenti, traslochi ed altro, si aspettano molto di più. E Noi ci aspettiamo che non vengano delusi da questo CdA.
Ma ancora di più rivendichiamo, come sempre, la necessità di partecipare ad un processo democratico di scelta dei criteri, che ci consenta di trasfondere le necessità di tutti i colleghi, che spesso non hanno altra voce che quella del Sindacato, in modo da disegnare un quadro di insieme che garantisca sia la funzionalità dell’Amministrazione ma anche le legittime aspettative dei Colleghi che, per l‘Amministrazione, spesso sacrificano anche gli affetti personali e familiari.
Ma aldilà di questo, l‘unico e vero criterio da introdurre è il tanto auspicato percorso di carriera, che da sempre reclamiamo con forza per garantire ai Dirigenti un quadro obiettivo del proprio futuro. Un criterio che consenta loro, in serenità ma con consapevolezza del quadro di regole che presiedono allo sviluppo della loro carriera, di operare scelte giuste e armoniche con il proprio ruolo.
E’ infatti più che mai tempo che i Dirigenti sappiano in anticipo quali sono le regole che disciplinano la progressione in carriera e che possano così essere messi in grado di operare delle scelte che, se pur legate ad esigenze di servizio e ad aspettative di carriera, certamente incidono fortemente ed in maniera indelebile sulla propria vita privata.
Per questo motivo è assolutamente necessario che venga codificato il “peso” che hanno sulla promuovibilità del dirigente vari elementi come l’incarico rivestito, i precedenti incarichi e le sedi di servizio.
E allo stesso modo è importante che si rivaluti la necessità di prevedere la presenza di rappresentanze dei sindacati maggiormente rappresentativi all‘ interno della Commissione per la progressione in carriera, a garanzia dell ‘ interesse di tutti, ma anche della trasparenza e attendibilità della stessa Amministrazione.
Del resto l’esistenza di regole certe e di figure slegate dalla dipendenza gerarchica, sono elementi che tutelano anche l‘Amministrazione da ingerenze esterne, garantendo così un’impermeabilità dei giudizi che certamente viene incontro alle esigenze dei poliziotti.
In questo modo si recupererebbe anche il rapporto di colleganza tra Dirigenti che non sarebbero più tenuti a temere o richiedere interventi esterni, ma dovrebbero preoccuparsi esclusivamente di fare il proprio dovere, nel rispetto del ruolo ricoperto e degli obiettivi assegnati in un clima di ritrovata serenità la cui garanzia sarà rappresentata dalla trasparenza delle regole e dai percorsi certi che ognuno potrà intraprendere.
Quello che chiediamo, in estrema sintesi, è un intervento che serve certo a tutti, ma in particolar modo all’Amministrazione, di cui i dirigenti sono componenti qualificati essenziali in quanto punti di riferimento irrinunciabili a salvaguardia della democrazia del nostro Paese.
E questo nella convinzione che nessuno vuole eliminare la discrezionalità dell’Amministrazione nella scelta dei Dirigenti. Giacché quello che si vuole evitare è solo l‘ arbitrio anche quando questo è frutto delle regole inattuali e incomprensibili.
E se nel lontano 1993 poteva avere un senso escludere la partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori dal CdA, riteniamo che adesso i tempi siano più che mai maturi per rivedere quella decisione, anche alla luce della contrattualizzazione dell’area dirigenziale per cui i dirigenti sono diventati protagonisti diretti delle scelte del loro futuro.
Questi sono gli auspici per l’importante lavoro da portare a termine nel 2019 e che serviranno per il prossimo anno. Questi i motivi per cui confidiamo che le legittime aspettative dei Dirigenti trovino adeguata soddisfazione sin d‘ora e già da questo CdA.
Nella consapevolezza della Sua consueta attenzione, si porgono cordiali saluti.
Il Coordinatore Siulp FD
Domenico Antonio Scali