Richiesta intervento normativo. Lettera al Ministro Salvini
Signor Ministro,
come noto, nonostante il Suo forte e apprezzato impegno a difesa delle necessità degli appartenenti alla Polizia di Stato, Dirigenti compresi, durante l’approvazione della legge di conversione del Dl n. 135 del 2018 (c.d. Decreto Semplificazioni) è stato espunto l’emendamento n. 10.0.31 con cui si chiedeva che “a decorrere dal 1 marzo 2019 e sino alla data di adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 46, commi 3 e 6, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, fatta salva l’autonomia negoziale, l’importo del buono pasto spettante al personale di cui al predetto articolo 46 (VQA, VQ e PD della Polizia di Stato) è fissato in 7 euro”.
Tale accadimento continua a far permanere un’ingiustificata disparità di trattamento ai danni dei Dirigenti, rispetto al restante personale della Polizia di Stato, poiché non consente l’adeguamento ad € 7,00 (sette) del ticket restaurant che per il restante personale è avvenuto fin dal rinnovo contrattuale del 2009. E quindi, ai Dirigenti di Polizia, per quanto assurdo possa sembrare, continueranno ad essere erogati ticket del valore di soli € 4,65, con chiara mortificazione dei colleghi, che pagano evidentemente una scelta politica del passato, che non li vedeva “contrattualizzati”. Penalizzazione che, per la mancata convocazione del tavolo contrattuale della dirigenza, si perpetua in esito alla mancata approvazione della previsione contenuta nell’emendamento espunto dal richiamato provvedimento.
Oltre a quanto detto, riteniamo doveroso rappresentare che non hanno trovato accoglimento nemmeno altre istanze, anch’esse più volte rappresentate, come la mancata possibilità per l’Amministrazione di indire un nuovo Consiglio d’Amministrazione per coprire le vacanze al 30 giugno di ogni anno. Un fatto che diviene cogente per una efficiente e funzionale organizzazione e direzione delle articolazioni della Polizia di Stato.
Anche questa, Sig. Ministro, è una necessità che non prevede l’assunzione di costi elevati e contribuisce a dare maggiore certezza nel ruolo e nelle funzioni della dirigenza, posto che, non potendo procedere a promozioni secondo criteri chiari e trasparenti, l’Amministrazione, per coprire i posti-funzione resisi disponibili nel corso dell’anno, sarà costretta ad operare dei provvedimenti di “reggenza o supplenza”, che spesso sono segnati da quella estrema e spesso ingiustificata discrezionalità che da sempre questa O.S. osteggia.
A tal proposito sarebbe importante garantire nel Consiglio d’Amministrazione o meglio nella Commissione per la Progressione in Carriera, come nel passato, la presenza di rappresentanti della categoria, a garanzia dell’assoluta obiettività delle decisioni assunte ed a tutela della stessa Amministrazione da indebite pressioni esterne. Il tutto tenendo comunque presente che la discrezionalità dell’Amministrazione, laddove non travalichi nell’arbitrio, rappresenta una prerogativa che non si intende mettere in discussione.
Altra problematica che i Dirigenti della Polizia di Stato si attendono di vedere risolta è l’eliminazione della riduzione di 81 posti da Primo Dirigente, di cui all’allegato A del D.P.R. 335/82, cosi come modificato dal D.Lgs. 95/2017.
Questo perché, Sig. Ministro, tale previsione è assolutamente incoerente con le necessità della mission istituzionale e della categoria, considerando il fatto che i Funzionari di Polizia fanno ingresso nell’Amministrazione con vari anni di ritardo rispetto agli omologhi colleghi delle altre Forze di Polizia e quindi avranno già di per sé un trattamento economico di quiescenza inferiore rispetto a quest’ultimi.
E quanto detto è talmente vero che, pur correndo il rischio di apparire in controtendenza rispetto al comune pensare, risulta invece necessario ed indifferibile prevedere un allungamento dell’età pensionabile di ulteriori due anni, facendo in modo che il Vice Questore ed il Primo Dirigente debbano andare in pensione a 62 anni e non più 60; che l’età per i Dirigenti Superiori debba essere portata da 63 a 65 e che i Dirigenti Generali debbano essere collocati in quiescenza al raggiungimento dei 67 anni d’età.
Tale provvedimento, che dovrebbe però essere accompagnato dalla definizione di una fase transitoria che consenta a chi ritiene di aver già concluso il proprio percorso professionale, di poter comunque accedere alla pensione con il regime attuale, risulta assolutamente necessario per garantire ai Dirigenti della Polizia di Stato di ottenere un trattamento pensionabile non troppo al di sotto rispetto a quello stipendiale.
Da ultimo, ma non per ultimo, vi è la necessità di prevedere che la carriera dei Funzionari della Polizia di Stato, sin dal suo ingresso, non venga considerata “a sviluppo dirigenziale”, ma preveda il riconoscimento della dirigenza sin dalla prima qualifica di accesso e cioè quella di Commissario Capo.
Tutte le sopra indicate esigenze, Sig. Ministro, necessitano però dell’adozione di un percorso normativo certo e caratterizzato da una tempistica preferenziale, che Ella saprà certamente disegnare.
Nel confermarLe la consueta stima e apprezzamento per gli sforzi già intrapresi, rimaniamo fiduciosamente in attesa di determinazioni, confidando che Lei certamente non deluderà i Dirigenti di Polizia che, da sempre, sacrificano affetti e si espongono a rischi anche personali per la tutela dell’Ordine e della Sicurezza dei cittadini.