Consiglio di Amministrazione per il personale della Polizia di Stato. Lettera al Capo della Polizia.
Pubblichiamo il testo della lettera inviata ieri 11 aprile al Signor Capo della Polizia Pref. Franco Gabrielli.
Il 13 marzo u.s. si è concluso il C.d.A, al termine del lungo e complesso lavoro svolto dalla Commissione per la progressione in carriera.
Trattandosi di un evento di straordinaria importanza per l’Amministrazione ed i suoi Dirigenti, i cui esiti denotano importanti mutamenti professionali, ma anche personali e familiari, abbiamo ritenuto che si trattasse di una vicenda da affrontare con la massima delicatezza, anche alla luce delle considerazioni e delle sollecitazioni che abbiamo ricevuto da tanti Colleghi, soprattutto operanti negli uffici territoriali.
Al riguardo, pur apprezzando fortemente lo sforzo da Ella compiuto anche nel comunicare ai colleghi quanto fatto nell’interesse dell’Amministrazione e della categoria dei Dirigenti, spiace rappresentare che, purtroppo, i Colleghi si aspettavano di più.
Come già rappresentato in altre occasioni, è chiaro che i Dirigenti della Polizia di Stato aspettassero speranzosi le risultanze alle quali il citato consesso è pervenuto, per vedere riconosciuti i sacrifici compiuti, le capacità espresse, la disponibilità offerta e le responsabilità assunte.
Ma, ancora una volta, sono rimasti delusi e noi con loro.
Purtroppo la nuova composizione della Commissione per la progressione in carriera, con l’introduzione di ulteriori Direttori Centrali, non ha sortito l’effetto di “armonizzare” i giudizi ed estendere la conoscibilità dei colleghi e del lavoro da essi svolto, ma ha purtroppo cristallizzato la solita vecchia prassi che appare ormai essere diventata un fenomeno irreversibile che vede i Direttori Centrali “dividersi” le quote dei promossi, con buona pace di chi non è riuscito ad “essere portato” da qualcuno di loro.
Con ciò non vogliamo obiettare alcunché sulle promozioni, perché si tratta di colleghi capaci e preparati ed ai quali rivolgiamo i migliori auguri ed il nostro saluto.
Quello che però è facile constare, sig. Capo della Polizia, è l’assoluta mancanza di metodi e criteri nella scelta dei promossi.
E questo è un fatto di chiara evidenza, e Le assicuriamo che ci piacerebbe molto sbagliarci, anche in considerazione di tutto ciò che non abbiamo ancora compreso, che però è contraddistinto da considerazioni univoche.
Non si capisce infatti come sia possibile che colleghi, senza aver apparentemente svolto alcuna attività particolare o avere ricevuto ricompense o aver offerto disponibilità per una diversa sede o incarico, da un anno all’altro vedano crescere in maniera esponenziale il punteggio discrezionale loro attribuito.
E questo non si comprende ancora di più se si considera come altri colleghi, di pari o maggiore anzianità nel ruolo, che magari prestano servizio nella stessa sede, con incarichi di gran lunga più impegnativi e che vantano un percorso professionale molto più articolato e che li hanno portato a spostarsi più volte sul territorio nazionale, non solo non siano stati promossi ma abbiano visto la mera conferma del punteggio discrezionale dell’anno precedente.
Per non parlare poi di quei colleghi, soprattutto del territorio, non presi affatto in considerazione, che continuano ad espletare con grande fatica ma anche con grande passione i propri incarichi, alcuni dei quali assai insidiosi come quelli connessi alle funzioni di Autorità di P.S. o di Funzionario Delegato o di Datore di Lavoro che spesso vengono svolti in completa solitudine, ma comunque svolti. Essi hanno diritto ad avere riconosciuta la propria dignità di Dirigenti, soprattutto con riferimento alla anzianità di servizio che corrisponde ad esperienza professionale, con tutto il rispetto di coloro che con anzianità di molto minore hanno ottenuto la promozione.
Non si ha contezza poi se e quanto abbiano pesato sulle scelte della Commissione le giuste segnalazioni effettuate dai Questori in favore dei colleghi, perché anche in questo caso si tratta di una procedura non codificata ma che riteniamo giusta in quanto riconosce il ruolo del Questore, quale figura che più di tutti conosce il valore del proprio personale, Dirigenti compresi.
E allora, sig. Capo della Polizia, l’amara considerazione che purtroppo risulta necessaria, è che in realtà un metodo per procedere alle promozioni non esista e che nel sistema attuale la pressoché totale discrezionalità dell’Amministrazione abbia consentito alla Commissione di individuare preventivamente le persone da promuovere e poi “cucire” intorno a loro un criterio che consentisse di addivenire a tale risultanza.
E così ogni Direzione Centrale appare essersi orientata in maniera autonoma e con criteri eterogenei ma ovviamente non scritti e mai codificati, costringendo tutta la categoria dei Dirigenti a piombare ancora una volta in una assoluta incertezza sul futuro, che certo non fa bene alla categoria, ma neanche all’Amministrazione.
Del resto l’assoluta assenza di regole certe, perché di certo i criteri di massima sono ben lontani da assurgere a tale dignità, sta mortificando le aspettative dei Dirigenti di Polizia, ai quali in tutta sincerità ci viene difficile dire di continuare a credere nella meritocrazia, visti i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
E la meritocrazia, signor Capo della Polizia, come Ella ben sa, è l’unico criterio che ci aspettavamo venisse introdotto e rispettato sotto la Sua gestione, ma i risultati ottenuti da questo C.d.A., nonostante il Suo autorevole intervento, raccontano una storia diversa.
Quanto accaduto ci porta, sempre di più, alla considerazione che questa Amministrazione abbia necessità impellente ed inderogabile di darsi delle regole certe per la progressione in carriera, per la mobilità e l’assegnazione dei posti funzione, in assenza delle quali i Dirigenti avranno difficoltà ad assolvere con dignità e serenità ai loro incarichi, ma dovranno invece sempre più impegnarsi per il necessario sostegno alle loro legittime aspettative., continuando sempre a servire con onore e dignità la nostra Amministrazione.
Attendiamo con vivo interesse l’entrata in vigore dell’art. 10 del Decreto Legislativo 334/2000 ed ancor più il Decreto del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza che, in esecuzione di tale dettato normativo, disciplini il c.d. percorso di carriera e auspichiamo che esso conterrà criteri certi e che riconoscano capacità e sacrifici dei Dirigenti di Polizia.
Abbiamo di recente rappresentato al Signor Ministro la necessità di indire un nuovo Consiglio di Amministrazione per coprire le vacanze al 30 giugno di ogni anno per una efficiente e funzionale organizzazione e direzione delle articolazioni della Polizia di Stato e speriamo che già da questo luglio si possa prevedere un secondo Consiglio che possa dare soddisfazione a tutti i Dirigenti rimasti esclusi dalle valutazioni ma che ciò nonostante continuano ad espletare con grande fatica ma anche con grande passione i propri incarichi.
Cogliamo l’occasione per rinnovare la proposta già formulata di valutare la possibilità di reintrodurre una rappresentanza dei lavoratori di categoria nella Commissione per la progressione in carriera, a garanzia dei colleghi che non hanno un diretto riferimento tra i componenti ed anche per consentire all’Amministrazione di resistere ad indebite pressioni esterne, il tutto salvaguardando la discrezionalità delle scelte, che però non può tramutarsi in arbitrio.
Concludiamo ringraziandoLa per la pazienza dimostrata nel leggere queste considerazioni e ci auspichiamo che un Suo autorevole intervento in merito possa mitigare l’amarezza di tutti i Colleghi e che nel futuro non lontano i Dirigenti di Polizia possano vedere l’Amministrazione divenire veramente la loro casa, un edificio però in cui le mura siano trasparenti e le cui fondamenta siano costituite da regole certe.
Con i consueti sentimenti di assoluta stima.
Il Coordinatore Siulp FD
Domenico Antonio Scali